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Video e testi del Workshop con l’artista Vito Bucciarelli

Presentazione del prof. Roberto Presicci

Buongiorno e benvenuti nel “metaverso”, termine che nasce dal romanzo di fantascienza di Neal Stephenson “Snow Crash” del 1992. Rappresentava un universo di realtà virtuale parallelo originato dalla computer grafica, a cui gli utenti in ogni parte del mondo potevano accedere connettendosi su una piattaforma (Street) e gli utenti si materializzano in corpi digitali configurabili definiti avatar.

Il Museo del Metaverso, che ci ospita, è un museo virtuale, nato in Second Life per la valorizzazione del patrimonio artistico creato in quel mondo virtuale. Si tratta di un museo digitale 3D, che ospita più di 50 artisti e installazioni, le quali possono essere visitate nell’ambiente immersivo, proprio dei mondi paralleli. Il Museo del Metaverso è installato nella sim MdM , ma dispone di altre cinque regioni, dove sviluppare il progetto. E’ stato fondato nel mese di Dicembre dell’anno 2007, da Rosanna Galvani, che é conosciuta in Second Life come Roxelo Babenco. Trasferitosi In Craft World Opensim nell’anno 2010, vi continua tuttora la sua attività artistica e culturale.

 

Ringraziamenti e introduzione degli artisti Lorenza Colicigno e Francesca Bertolami  (Rosanna Galvani)

Nel darvi il benvenuto al Museo del Metaverso, desidero ringraziare l’Accademia di Belle Arti di Urbino e, in particolare, il professor Marco Scifo per l’opportunità di presentare il progetto MdM e alcuni degli artisti e autori che interverranno a questo workshop. A tutti loro va la mia sincera gratitudine.

La prima artista che ho il piacere di introdurre è la scrittrice e poeta Lorenza Colicigno, che declamerà una sua poesia ispirata a un’opera di Vito Bucciarelli.

A seguire, l’intervento dell’artista e scrittrice Francesca Bertolami, alias Eva Kraai, che ci presenterà un suo testo dedicato allo psiconauta e alla Via Lattea.

 

La poesia della poeta Lorenza Colicigno ispirata all’opera di Vito Bucciarelli

Ritorno per vie impervie,
da apici o da abissi
d’emozioni, internauta
io di sogni, speleologa
di passioni, archeologa
di memorie disperse
tra le aurore delle galassie
e i tramonti delle comete

Ritorno per impervie vie
a un porto antico e perenne,
e qui rimango, mentre
mi tengo stretta al limite
dell’orizzonte, lì dove il profilo
dei monti s’intreccia alla linea
piatta del mare e insieme
si fondono nella trama
dell’infinto. M’incastro
tra i ruderi del cielo
sferzato da venti Impazziti
e della terra inaridita
da soli spietati. Rimango,
ancora per un istante,
in equilibrio tra ipotesi
di fughe e brama di ritorni.

Resisto qui, infine, dove parla
a me la sibilla, e mi intriga
la strega, e mi possiede
la poeta, qui dove il mio
corpo ritrova la mia anima,
la mia mente il mio pensiero,
la mia parola il suo senso.

 

L’intervento di Francesca Bertolami alias Eva Kraai

Questa opera di Vito Bucciarelli si manifesta come un’apparizione sospesa, un respiro trattenuto tra la gravità e l’assenza. In esso si riconosce la tensione dell’Arte Agravitazionale, dove la materia si svincola dal suo peso per ascendere a una dimensione altra, rarefatta e meditativa. La brevità non impoverisce ma intensifica: ogni frammento diventa soglia, vibrazione minima che apre allo spazio dell’invisibile.

Nulla è spiegato, tutto è evocato, come in un rito di sottrazione, dove la forma si dissolve per lasciare affiorare il pensiero. Bucciarelli convoca lo spettatore non come testimone, ma come parte del transito stesso: un viaggio interiore nel punto immobile in cui tempo e luce cessano di essere opposti, e l’immagine si fa pura possibilità.

Nell’immaginario dell’artista, lo Psiconauta è l’esploratore dell’interiorità e dell’infinito, colui che attraversa i territori dell’assenza di gravità, fisica e mentale, per accedere a una conoscenza più sottile. Se nella fase “cosmica” si proiettava verso l’alto, verso la disgregazione del peso e della materia, il ritorno alla terra non è una caduta, ma un atto di compimento: il ciclo si chiude, l’esperienza dell’oltre si reincarna nel mondo sensibile.

Questo ritorno può dunque rappresentare una riconciliazione tra spirito e materia, una nuova consapevolezza che abita la concretezza senza più esserne prigioniera. È come se lo Psiconauta, dopo aver attraversato l’immensità del vuoto, tornasse portando con sé la leggerezza conquistata, trasformando la terra stessa in un luogo di sospensione e di luce.
In tal senso, Bucciarelli sembra suggerire che la vera trascendenza non sta nel fuggire dal reale, ma nel trasfigurarne la densità, rendendo ogni cosa terrestre partecipe dell’infinito.

 

Conclusioni di Roberto Presicci

4 secondi, breve spazio di tempo in cui nell’infinito avviene tutto, avviene tutto in uno spazio “A-gravitazionale”. Percorri più spazio, il tempo scorre come la luce, la luce è la vera dimensione perché manca.

D’altra parte noi, in un non-luogo tridimensionale, di 0 e 1, siamo a-gravitazionali, ci teleportiamo come in Star Trek. Ci incontriamo di fronte a 4 secondi, video da riconsiderarsi all’interno di uno stato artistico, tecnologico, culturale e sociale che non è più un viaggio nel senso di allontanamento dalla realtà, ma è un abbandono consapevole della propria dimora culturale, un non-luogo dove l’opera si salva, si vivifica e trasmette la propria valenza estetica e culturale.

4 secondi, tra cielo e mare, nel cosmo e nel mare. Il rumore del cosmo è l’onda del mare che è come il suono di Nettuno, del Pianeta Nettuno. I suoni dei pianeti e i suoni terrestri si compenetrano perfettamente. L’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo coincidono. 4 secondi e lo psiconauta. Ecco cos’è lo “psiconauta”: per Bucciarelli, le immagini “ritornano” e il suo psiconauta (che è un viaggiatore nel flusso del tempo delle immagini, come Marty McFly in “Ritorno al Futuro”) le ri-pesca” dal meandro della memoria massmediale dove erano state confinate, attraverso la tecnologia dell’ologramma e del qrcode. 4 secondi è un video sulla sonificazione dello spazio, anche i suoni abbandonati, persi nello spazio ritrovano la loro fisicità e percezione terrena e diventano i suoni dell’anima e dell’elettromagnetismo, materia di cui sono costituiti i video e le opere di Bucciarelli.

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